NOI DELLA SINISTRA ITALIANA

Damen

 


Battaglia comunista n. 3, febbraio 1976
Fonte: Primo Maggio


 

(...) Noi della Sinistra italiana, che abbiamo affrontato più di ogni altra corrente l'onere e l'onore della costruzione del Partito di Livorno, abbiamo al nostro attivo la denuncia tempestiva di quanto stava per accadere nel PCd'Italia con il prevalere di tendenze che avrebbero aperto il varco ad ogni forma di opportunismo. Ciò che è avvenuto dopo il Congresso di Lione (1926): adesione alla guerra imperialista da parte della Russia sovietica; partecipazione al governo di liberazione nazionale col "partito nuovo"; politica di ricostruzione nazionale e democrazia progressiva; costruzione del capitalismo di Stato; socialismo in un solo paese; scioglimento dell'Internazionale; corsa verso l'autonomia dei partiti nazionali; politica dei blocchi e guerra fredda più o meno mascherata tra i due centri di potere imperialista (Russia e America) usciti vittoriosi dalla seconda guerra mondiale per il dominio del mondo. Sono queste le tante tappe di una lacerante via crucis, quella della sconfitta di classe.

E noi della Sinistra italiana eravamo stati tacciati scissionisti per aver intravisto, già nel 1926, il motivo iniziale di quella che sarebbe poi divenuta la Caporetto del Partito Comunista d'Italia in quanto partito della rivoluzione socialista.

Tuttavia, la storia di questo ultimo cinquantennio - la storia, quella vera, quella cioè non sottoposta a sofisticazioni di parte - indica a chiare lettere che è tempo per i comunisti degni di questo nome di tornare alle posizioni originarie della Sinistra italiana , che ha saputo indicare e difendere la strada giusta del marxismo rivoluzionario e denunciare i tanti rigagnoli melmosi della diversione teorica e tattica, che finiscono sempre per impantanarsi nella controrivoluzione.


Ultima modifica 08.10.2008