3 novembre 1928
Carissima Tania, ho ricevuto la tue due lettere e le due lettere di Giulia. La prossima volta scriverò una lettera intiera per Giulia. Ho scritto perché Carlo ti mandi le notizie che domandi sulla pratica. Non so cosa farai né in che forma. In ogni modo avverti il «personaggio» che deve raccomandare la mia pratica (mia perché mi interessa, ma non fatta da me, ma dalla famiglia) che dica che io sono disposto a far costruire a mie spese il tavolino occorrente, in modo che l'amministrazione del carcere non abbia spese.
Non preoccuparti del denaro. Ho molto, circa 1.000 lire, a libretto; sono dunque assicurato per un pezzo contro tutti gli imprevisti.
Mandami pure il libro quadrilingue, di cui mi scrivi; mi sarà molto utile.
Mi dispiace la tua grande fatica per il tuo lavoro. Io non voglio aumentarla, domandandoti di scrivermi spesso delle lunghe lettere. A me basta che mi scriva regolarmente anche delle semplici cartoline illustrate. Lo stare a lungo senza notizie mi rende nervoso e preoccupato.
Da Roma ho ricevuto una cassetta di libri, non un semplice pacco: mi ero male espresso. Non ho ancora potuto averli, perché ne ho altri in lettura e piú di un certo numero non posso averne in cella. Non so quali siano i libri nuovi che mi dici essere stati mandati da Milano: forse i libri della Slavia? Li ho ricevuti. A proposito: appena escono fammi mandare il V e il VI volume di «Guerra e pace». E i miei libri che avevo lasciati all'avv. Ariis? Non ne ho saputo nulla finora. Vorrei essere informato, non perché mi servano subito: anzi sarebbe bene ritardarne l'invio, — ma perché sappia cosa pensarne. Carissima Tania, ti abbraccio affettuosamente
Antonio
Ultima modifica 11.08.2010