Discorso pronunciato in difesa della Repubblica a nome del Partito Comunista Spagnolo il 23 Agosto 1936
Tradotto da Clara Statello, Marzo 2009
Compagni, popolo di Valencia! Non dovete sorprendervi se in questo momento profondamente commovente, in cui vedo dinnanzi a me questa immensa massa di persone piena di sacro entusiasmo e determinazione a difendere la libertà nazionale, forse posso non essere in grado di esprimere i sentimenti che mi sopraffanno, che vengono dal profondo del mio cuore, e si riveste con parole semplici e convincenti. In occasioni del genere vorrei più che mai potter possedere l'eloquenza per esprimere la piena forza delle mie convinzioni, in modo da dimostrarvi quanto sia necessario unire più che mai le nostre truppe – poiché il pericolo di oggi è il più grande di sempre.
Io sono venuta da voi in queste tragiche e buie ore, in cui il destino della Spagna, e specialmente il futuro delle masse operaie sta per essere scritto. Io sono venuta da voi con in bocca l'acre sapore del la polvere da sparo, con in mente l'immagine delle difficoltà che affrontano I nostri compagni che combattono sulle cime e I pendii del Guadarramas, che comprendono l'importanza della nostra battaglia, e che sono pronti a morire piuttosto che cadere nella morsa del fascismo. Io sono venuta da voi dai campi di battaglia, da quella grande lotta che inizia ad assumere il carattere di un'eroica epica, poiché siamo entrati in guerra armati solo del nostro entusiasmo, auto-sacrificio e suprema devozione alla causa del popolo, per combattere un nemico rifornito di tutti I mezzi di guerra, che nega di aver rubato al popolo...
Se quando entreremo nella linea di fuoco per combattere un nemico che sta minaccianzo la nostra libertà nazionale avremo lo stesso entusiasmo che abbiamo nelle retrovie, allora dico a voi, popolo lavoratore di Valencia, ciò che ho detto quando ho visto le armi nelle mani della milizia, quando ho visto I fucili nelle mani delle truppe leali al governo: IL FASCIMO NON PASSERÀ!
Il fascismo non passerà perché il muro di corpi con cui gli abbiamo sbarrato la strada è oggi rafforzato dalle armi di difesa che abbiamo preso al nemico – un nemico codardo, perché non ha ideali che lo guidano in battaglia. Il nemico quindi non ha alcun impeto e foga, mentre noi siamo nati sulle ali dei nostri ideali, del nostro amore, non per la Spagna che morirà con il nemico, ma per la Spagna che vogliamo avere, una Spagna democratica. Quando parliamo di Spagna noi non intendiamo soltanto in suo nome; intendiamo una Spagna democratica, non una Spagna aggrappata alle sue vecchie tradizioni; noi intendiamo una Spagna che darà terra ai contadini, che socializzerà l'industria sotto il controllo dei lavoratori, che introdurrà la previdenza sociale, così che I lavoratori in età avanzata non saranno condannati ad essere dei senzatetto; noi intendiamo una Spagna che completamente e comprensibilmente, e in uno spirito rivoluzionario, risolverà I problemi che stanno alle base di tutte le rivoluzioni.
Su tutti I fronti comunisti, anarchici, socialisti e repubblicani stanno combattendo fianco a fianco. A noi si è anche unita gente dalla campagna e dalle città non appartenente ad alcun partito, che ha compreso ciò che significherebbe per la Spagna la vittoria del fascismo.
La guerra cominciata all'interno delle frontiere del nostro paese, sta già assumendo un carattere internazionale, perché I lavoratori di tutto il mondo sanno che se il fascismo trionferebbe in Spagna, ogni paese democratico del mondo dovrebbe confrontarsi con il perocolo fascista. I lavoratori l'hanno capito, come confermano I messagi di solidarietà che riceviamo constantemente da tutte le parti del mondo. Anche il fascismo internazionale ha compreso il significato della guerra del popolo Spagnolo contro i nemici che hanno violato il patto di lealtà al paese e alla bandiera. Questi spergiuri hanno infranto le loro promesse e sono insorti nella vile alleanza con I preti sediziosi e I debosciati figli dell'aristocratizia, e ora commettono crimini senza fine nei luoghi abitati da cui passano. Ci vorrebbe il pennello di Goya e l'eloquente pennsa di Blasco lbañez per dipingere gli orribili e rivoltanti crimini commessi da questi elementi guidati dall'arroganza dei generali fascisti che da tanto hanno dimostrato chi sono e cosa sono capaci di fare.
(La Pasionaria tradisce sintomi di estrema fatica e, nonostante gli enormi sforzi per controllarsi, è chiaro che le è difficile parlare)
L'inferno di Dante non è che un pallido riflesso di ciò che accade nei luoghi in cui questi moderni vandali passano. Bambini e anziani massacrati, corpi di donna stuprati e fatti a pezzi, monumenti artistici demoliti...ovunque passino seminano morte e desolazione. E ciò che sta avvenendo ora nelle province conquistate dai fascisti avverrà in tutta la Spagna, se non saranno contrastati da un popolo ispirato dalla propria forza.
(La voce della Pasionaria si fa più debole. Solo con un grande sforzo può proseguire. Il pubblico capisce le sue condizioni e le chiede di fermarsi.
Tuttavia la Passionaria continua il suo discorso. E' ascoltatata con estrema attenzione nonostante la sua voce si sente poco. Un profondo silenzio regna nello stadio. Centomila persone la ascoltano col fiato sospeso.
La Pasionaria dice che la prima cosa da fare è mantenere e consolidare l'unità, per rafforzare il Fronte Popolare e dare un maggiore sostegno al governo, per metterlo in grado di spezzare I criminali rivoltosi)
Otterremo molto presto la vittoria e torneremo dai nostri figli...
(Queste ultime parole vengono udite soltanto dalla piattaforma. Una tempesta di applausi. Il pubblico formato da centomila lavoratori di valensia saluta e applaude La Pasionaria per diversi minuti)
Ultima modifica 15.03.2009