La situazione della classe operaia in Inghilterra (1845)

Friedrich Engels


Tradotto direttamente dall'originale tedesco da Vittorio Piva (†1907) e trascritto da Leonardo Maria Battisti, giugno 2018


X. Il proletariato minerario.

Il provvedere i materiali grezzi per una industria così colossale come quella inglese, richiede certamente un numero importante di operai. Ma l'Inghilterra stessa provvede dei materiali necessari all'industria — all'infuori della lana che viene dai distretti agricoli — soltanto i minerali, i metalli ed il carbon fossile. Mentre nel Cornwall vi sono soltanto miniere di rame, di zinco, stagno, piombo, lo Staffordshire, il North-Wales e altri distretti danno grandi quantità di ferro, e quasi tutto il nord e l'ovest dell'Inghilterra, il centro della Scozia e alcuni distretti dell'Irlanda abbondano di carbon fossile1. Nelle miniere del Cornwall sono occupati 19,000 uomini e 11,000 donne e fanciulli in parte sotto terra e in parte sulla superficie. Nelle miniere lavorano soltanto uomini e fanciulli da dodici anni in su. La condizione materiale di questi operai appare secondo il Ch. E. Rept. quasi insopportabile e gli inglesi fanno mostra abbastanza spesso dei loro forti e arditi minatori del Cornwall, i quali vanno alla ricerca dei filoni fino sotto al fondo del mare. Ma il Ch. E. Rept. giudica altrimenti riguardo alla robustezza di questa gente. Esso prova, nell'intelligente rapporto del Dr Barham, che la respirazione di una atmosfera, come si trova in fondo delle miniere, poco ossigenata e frammista di polviglio e di fumo che si sprigiona dalla polvere della quale si fa uso, irrita i polmoni, disturba l'azione del cuore e allenta gli organi della digestione; che il lavoro ed in ìspecie il salire e discendere le scale, che in alcune miniere toglie un'ora di tempo agli uomini giovani e forti, e avviene ogni giorno prima e dopo il lavoro, contribuisce moltissimo allo sviluppo di questi mali e che in conseguenza di ciò gli uomini che vanno presto nelle miniere non raggiungono la costituzione fisica, che si trova presso le donne che lavorano alla superficie;che molti giovani, ed i più nei migliori anni, muoiono per tisi galoppante o cronica; che invecchiano presto e divengono incapaci al lavoro fra i 35 ed i 45 anni e che molti, per il rapido passaggio dall'aria calda del pozzo, dopo la veemente traspirazione nell'ascendere con fatica le scale, nell'aria fresca della superficie, incorrono in infiammazioni degli organi respiratorii già malaticci, infiammazioni che spessissimo sono mortali.

Il lavoro alla superficie, che consiste nello spezzare e nell'assortire i metalli, viene compiuto dalle donne e dai fanciulli e viene descritto come sanissimo perchè è fatto all'aria libera.

Nel nord dell'Inghilterra, ai confini delle contee di Norhumberland e Durham, si trovano le importanti miniere di stagno di Alston Moor. I rapporti che riguardano queste località — pure nel rapporto del commissario Mitchell nel Ch. E. Rept. — concordano quasi completamente con quelli del Cornwall. Anche qui si lamenta la mancanza di ossigeno, la sovrabbondanza di polvere, di fumo, di acido carbonico, di gaz solfurei nell'atmosfera delle gallerie.

In conseguenza di, ciò i minatori, come nel Cornwall, sono piccoli di statura e soffrono dai 30 anni in su quasi tutti di dolori di petto, che di poi, specie se il lavoro, come avviene spesso, è proseguito, si mutano in tisi completa e così la vita media di questa gente ne è sostanzialmente raccorciata.

Se i minatori di questo paese vivono un po' più a lungo di quelli di Cornwall, ciò deriva dal fatto che in primo luogo incominciano a frequentare i pozzi a diciannove anni, mentre nel Cornwall, come vedemmo, questo lavoro è già cominciato a dodici anni. Però pur qui la maggioranza, secondo i rapporti medici, muore fra i 40 e i 50 anni. Di 79 minatori, la cui morte fu annotata nei registri pubblici del distretto, e che in media avevano 49 anni, 37 erano morti per tisi e 6 per asma. Nei paesi circonvicini di Allendale, Stanhope e Middleton, la durata media della vita era rispettivamente di 49, 48 e 47 anni e i casi di morte in seguito ad affezioni di petto danno rispettivamente il 48, 54 e 58 per cento del numero complessivo. È da osservarsi che tutti i dati riguardano soltanto quella gente che non incomincia a lavorare prima dei 19 anni. Confrontiamo ora le cosidette tabelle svedesi — minuziose tabelle della mortalità di tutti gli abitanti della Svezia — che in Inghilterra valgono finora per la giusta misura della durata media della vita della classe operaia inglese. Secondo esse, gli individui maschi che passano i 19 anni, raggiungono un'età media di 57 anni e mezzo e per conseguenza la vita dei minatori del nord d'Inghilterra è in media raccorciata di dieci anni. Ma le tabelle svedesi valgono per la misura della durata di vita degli operai e offrono quindi una esposizione delle probabilità di vita nelle condizioni già sfavorevoli del proletariato; danno adunque già una durata di vita più piccola della normale. In questo paese noi ritroviamo gli alloggi ed i luoghi per dormire, come li abbiamo conosciuti nelle grandi città e come là sporchi, stomachevoli, affollati. Mitchell andò in una stanza alta 18 piedi e larga 15 e vi trovò 42 uomini e 14 ragazzi, assieme adunque 56 persone in 14 letti — la metà d'essi erano come in un bastimento, posti gli uni sugli altri. Non v'era alcuna apertura per lasciar uscire l'aria cattiva; sebbene con eccezione di una parte della Scozia e del distretto carbonifero irlandese ove domina una grande miseria. Noi avremo l'occasione di ritornare su questo rapporto, del resto di valore relativo, fatto a proposito della classe più povera di tutta l'Inghilterra. Frattanto vogliamo considerare il male che deriva dal lavoro nelle miniere, o i lettori potranno di poi decidere se un salario è in caso di indennizzare gli operai per tali dolori.

I fanciulli ed i giovani che sono occupati a trascinare il carbone ed il ferro, si lamentano in generale di stanchezza. Pure negli stabilimenti industriali nei quali si fa lavorare senza riguardi, noi non troviamo un rilassamento così generale e così spinto agli estremi. L'intero rapporto offre a tale riguardo una serie di esempi. Avviene spessissimo che i ragazzi, come giungono a casa, si gettino sul pavimento di pietra innanzi al focolare e s'addormentino subito, di guisa che non possono più prendere un boccone di cibo e devono venir nel sonno lavati dai genitori e portati a letto; accade pure che per la stanchezza si gettino sulla strada e che nel profondo della notte vengano cercati e trovati dormenti dai genitori. In generale questi ragazzi stanno a letto la maggior parte della domenica per riaversi in qualche modo della fatica della settimana; le chiese e le scuole vengono frequentate soltanto da pochi, e in questi i maestri lamentano grande indolenza e ottusione verso qualsiasi studio. La medesima cosa si trova nelle ragazze adulte e nelle donne. Esse vengono sfruttate nel modo più brutale.

Questa stanchezza, che sale quasi sempre fino al grado più doloroso, non manca di agire sulla costituzione. La conseguenza più prossima di una tale fatica esorbitante è che tutta la forza vitale viene usata per la formazione unilaterale dei muscoli, di modo che specie i muscoli delle braccia e delle gambe, della schiena, delle spalle e del petto, che vengono posti in moto principalmente nel trascinare e nello 'spingere, raggiungono uno straordinario sviluppo esuberante, mentre tutto il resto del corpo soffre ed intristisce per mancanza di nutrimento. Innanzi tutto, la statura rimane piccola e arretrata; quasi tutti i minatori hanno corporatura meschina, fatta eccezione di quelli del Warwickshire e del Leicestershire, che lavorano in speciali condizioni favorevoli. La pubertà tanto presso i ragazzi che nelle ragazze, è arrestata; nei primi spesso sino ai diciotto anni; al commissario Symons si presentò un ragazzo di 19 anni, il quale fatta eccezione dei denti, non era in alcuna parte sviluppato di più di un ragazzo di 11 o 12 anni. Questo prolungamento dell'età infantile non è in fondo che una prova dello sviluppo arrestato e non manca nell'età maggiore, di portare i suoi frutti. Storpiamento delle gambe, incurvamento delle ginocchia, piegamento dei piedi all'infuori, storpiamento della spina dorsale ed altre desfigurazioni si trovano spesso in questi casi e nelle costituzioni indebolite, in conseguenza della posizione quasi sempre forzata del corpo quando l'operaio lavora, e sono così frequenti che tanto nel Yorkshire e nel Lancashire come nel Northumberland e nel Durham da molti, pure medici, viene affermato che si può conoscere un minatore tra cento persone dalla conformazione del suo corpo. Specie le donne soffrono per il lavoro o di raro o generalmente mai, sono come tutte le altre donne.

Che le difformità del bacino e i parti che ne conseguono dolorosi e anche mortali, derivino dal lavoro delle donne nelle cave, viene pur qui testificato. Oltre questi storpiamenti locali, i minatori soffrono ancora un'altra serie di malattie speciali che coincidono press'appoco con quelle degli altri operai delle miniere e che si spiegano facilmente con il modo con cui lavorano. Innanzi tutto soffre il basso ventre; cessa l'appetito, si presentano nel maggior numero dei casi dolori allo stomaco, vomito, nausee, quindi sete ardente che può venir soddisfatta soltanto con l'acqua sporca e spesso tiepida della miniera; viene impedita l'azione digestiva e perciò si affrettano le altre malattie. Malattie del cuore, specie ipertrofie, infiammazioni del cuore e del pericardio, contrazione delle comunicazioni auricolo-ventricolari e del principio dell'aorta, vengono da parecchie parti denunciati come mali frequenti tra i minatori e spiegati facilmente con lo spossamento per troppo lavoro. L'egual cosa si dica delle lesioni quasi generali che sono la conseguenza diretta dello sforzo muscolare esorbitante. In parte dalla medesima causa, in parte dall'atmosfera — che si potrebbe evitare facilmente — delle cave piene di polvere mista con acido carbonico e idrogeno carbonato, derivano una folla di malattie croniche dolorose e pericolose, specie l'asma che in alcuni distretti apparisce nella maggior parte dei minatori, quando hanno 40 ed anche 30 anni e li rende incapaci in breve tempo al lavoro.

In coloro che lavorano nelle gallerie umide l'oppressione di petto si presenta naturalmente molto prima; in alcune località della Scozia tra i 20 e i 30 anni, nel tempo in cui i polmoni assaliti dalle infiammazioni e dalle affezioni febbrili, sono molto sensibili. Una malattia propria a questo lavoro è lo sputo nero (black spittle) che deriva dalla penetrazione del carbone fino nei polmoni e si manifesta in generale con debolezza, dolori di capo, oppressioni di petto ed espettorazioni nere e dense di mucose. In alcune località questo male appare in forma benigna, in altre, specie nella Scozia, al contrario in forma del tutto inguaribile; qui i sintomi nominati si mostrano numerosi, una respirazione breve e fischiante, pulsazioni veloci (più di 100 in un minuto), tosse rotta; aumentano il dimagramento e la debolezza ed i pazienti in breve sono incapaci al lavoro. In tutti i casi questo male trae dietro di sé la morte. Il Dott. Makellar di Peneaithland, East-Lothian, afferma che in tutto le cave, le quali sono bene ventilate, non si presenta questa malattia, mentre spesso abbastanza gli operai che passano dalle cave ben ventilato in quelle mal ventilate, ne sono assaliti. La sete di guadagno dei proprietarii di miniere, che omettono l'impianto di pozzi ventilatori, è adunque colpevole se la malattia in parola esiste. I reumatismi invero, fatta eccezione del Warwickrshire e del Leicestershire, sono un male comune agli operai, e derivano specialmente dai locali di lavoro spesso bagnati. Il risultato di tutte queste malattie è che, in tutti i distretti senza eccezione, i minatori divengono vecchi presto, e dopo i 40 anni — l'età è diversa nei diversi distretti — sono incapaci di lavorare. Avviene di raro che un minatore dopo 45 o i 50 anni possa ancor proseguire a lavorare. Con i 40 anni, viene generalmente dichiarato, un tale operaio incomincia ad entrare nella vecchiaia. Questo vale per coloro che distaccano il carbone i caricatori, i quali devono sollevare i pesanti blocchi di carbone nelle coffe, invecchiano a 28 o 30 anni e a tale proposito nei distretti carboniferi v'è un detto: i caricatori divengono vecchi quando ancora sono giovani. Si capisce da sè che questa vecchiaia è precoce e quindi un uomo sulla sessantina è tra di loro una grande rarità; pure nello Staffordshire del sud, ove le cave sono relativamente sane, soltanto pochi raggiungono il cinquantesimo anno.

In questa vecchiaia precoce degli operai noi troviamo quindi del tutto naturale, come nelle fabbriche, la frequente incapacità al lavoro dei genitori, che vengono nutriti dai loro figli spesso ancora giovanissimi. Riassumiamo ancora una volta brevemente i risultati del lavoro nelle cave di carbone e noi troviamo, per dirla con il Dr. Southwood Smith, uno dei commissari, da una parte per il prolungarsi dell'età infantile e dall'altra per la vecchiaia precoce, che quell'epoca della vita, in cui l'uomo è in possesso pieno delle sue forze, la virilità, viene notevolmente raccorciata e sopratutto la durata della vita diminuita per una morte prematura. Anche questo va addebitato alla borghesia!

Tutto questo non è che la media delle cave inglesi. Ve ne sono tra queste, e molte, nelle quali v'è molto di peggio, specie in quelle in cui vengono sfruttati sottili filoni di carbone. Il carbone costerebbe troppo caro se si volesse portar via dal deposito carbonifero pure una sola parte degli strati di argilla e di arena che sono attaccati al carbone; quindi i proprietarii lo fanno dissotterrare e perciò le gallerie, che sono alte 4, 5 e più piedi, divengono così basse che non è possibile rimanere ritti. L'operaio sta sul fianco e stacca con il piccone il carbone, nel mentre puntella il gomito come perno. Da ciò deriva l'infiammazione della giuntura o nei casi in cui si deve inginocchiare lo stesso male passa alla giuntura del ginocchio.

Le donne ed i ragazzi che devono trascinare il carbone attraverso le gallerie basse, strisciano sulle mani e sui piedi con una bardatura ed una catena che in molti casi passa in mezzo alle gambe attaccata alla coffa, mentre un altro con la testa e con le mani spinge per di dietro. La compressione della testa produce un'irritazione locale, gonfiature dolorose e ascessi. In molti casi le gallerie sono pure bagnate, di modo che questi operai devono strisciare attraverso l'acqua sporca e salmastra, profonda parecchi pollici, producente pure l'irritazione della pelle. Si può facilmente pensare come per un tale orrendo lavoro da schiavi, vengano favorite le malattie proprie ai minatori.

Questi non sono ancora tutti i mali, a cui va soggetto il minatore. In tutto l'impero britannico non v'è alcun lavoro che come in questo si possa in così tanti modi perdere la vita.

La cava di carbone è il teatro di una massa di disgrazie, le più orribili, e queste avvengono direttamente per conto dell'egoismo borghese. Il gas idrogeno carbonato che si sviluppa così spesso nelle cave, forma, per la sua mescolanza con l'aria atmosferica, un'aria esplosiva, la quale si accende al contatto di una fiamma e uccide colui che si trova alla sua portata.

Di tali esplosioni ne avvengono qua e là ogni giorno; il 28 settembre 1844 ne successe una in Haswell Colliery (Durham) che uccise 96 persone. Il gas acido carbonico, che si sviluppa pure in massa, giace nelle località profonde delle cave, spesso all'altezza dell'uomo e soffoca chi ne è avviluppato. Le porte che separano le singole parti delle cave, devono impedire l'espandersi dell'esplosione e il movimento del gas, ma siccome si commette la sorveglianza di tali porte ai piccoli ragazzi, che spesso s'addormentano o le trascurano, così questa precauzione è illusoria. Mediante una buona ventilazione delle cave per mezzo dei pozzi d'aria si impedirebbe completamente l'azione nociva dei due gas, ma per far questo il borghese non vuole sborsare denaro e comanda più volentieri all'operaio di servirsi della lampada Davy, la quale gli è del tutto inutile per la sua luce cupa e che egli cambia perciò volentieri con una semplice candela. Allora avviene un'esplosione; la causa ne è la negligenza degli operai, mentre il borghese avrebbe potuto rendere quasi impossibile ogni esplosione con una brava ventilazione.

Ancora: ad ogni momento cade una galleria o in parte o del tutto e seppellisce gli operai o li schiaccia; è nell'interesse del borghese, che i filoni vengano scavati nel maggior numero possibile e da ciò deriva anche questo genere di disgrazie. Poi le funi con le quali gli operai sono condotti nei pozzi, sono spesso cattive e si rompono di modo che gli infelici precipitano e rimangono fracassati. Tutte queste disgrazie — non ho spazio per ogni singolo esempio — uccidono annualmente, secondo il Mining Journal, circa 1400 vite umane. Il Manchester Guardian ne rapporta soltanto dal Lancashire almeno due fino a tre ogni settimana. In quasi tutti i distretti vi sono i giurì per l'ispezione dei cadaveri in tutte le disgrazie che avvengono nelle miniere e dove non v'è tale giurì provvede l'andazzo dell'abitudine, cosicchè il verdetto suona: «morte accidentale».

Il giurì del resto si cura poco dello stato delle cave, perchè non capisce nulla in proposito. Ma il Ch. E. Rept. non esita a rendere responsabili i proprietarii delle cave della gran maggioranza di queste disgrazie.

In rapporto all'istruzione e alla moralità della popolazione mineraria, secondo il Ch. E. Rept., in Cornwall questa deve essere abbastanza buona e in Alston Moor persino eccellente: al contrario nei distretti carboniferi generalmente è molto bassa. La gente vive in campagna, in località trascurate, e quando fa il suo penoso lavoro, d'essa nessuno si cura, all'infuori della polizia. Deriva quindi da ciò e dall'età tenera in cui i ragazzi vengono posti al lavoro, che la loro educazione sia trascurata. Le scuole settimanali per essi non sono aperte, le scuole serali e domenicali sono illusorie, i maestri sono buoni a nulla. Ne viene che pochi ragazzi sanno leggere e ancor meno scrivere.

Secondo quanto dice il Commissario, essi si preoccupavano soltanto del loro salario, troppo piccolo per il loro lavoro aspro e pericoloso. Non vanno mai o raramente nelle chiese: tutti i preti si lagnano della irreligiosità senza eguale. In fatto noi troviamo tra i ragazzi una ignoranza nelle cose religiose e secolari, di fronte alla quale gli esempi sopra dati circa molti distretti industriali, sono ben poco. Le categorie religiose sono ad essi note soltanto dalle bestemmie. La loro moralità vien distrutta dal lavoro. Non v'è dubbio che il sopra-lavoro di tutti i minatori produce necessariamente la passione del bere. Ognuno può pensare, a causa del caldo dominante che cosa sono i rapporti sessuali nelle cave ove lavorano donne, uomini e ragazzi, in molti casi del tutto e nella maggior parte quasi nudi, e quali ne sono le conseguenze nella cava oscura e solitaria. Il numero dei figli illeggittimi, che qui è straordinario, dice in proposito quello che avviene tra quella popolazione semi-selvaggia, ma prova inoltre che il commercio sessuale non illegittimo non si abbassa, come nelle città, sino alla prostituzione. Il lavoro delle donne ha le medesime conseguenze che nelle fabbriche, dissolve la famiglia e rende la madre incapace al disbrigo delle faccende domestiche.

Allorchè venne portato innanzi al Parlamento il Ch. E. Rept. Lord Ashley si affrettò a proporre un bill per cui era proibito del tutto il lavoro delle donne nelle miniere e veniva molto limitato quello dei ragazzi. Il bill passò, ma è rimasto lettera morta nella maggior parte delle località, poichè non vennero nominati degli ispettori delle miniere a sorvegliare la sua applicazione.

La legge è facilmente elusa nei distretti di campagna nei quali vi sono delle miniere, e non c'è da meravigliarsi se l'anno scorso venne fatto al ministro degli interni l'annuncio ufficiale da parte della Unione dei minatori, che nelle cave del ducato di Hamilton in Iscozia, lavoravano più di 60 donne o se il Manchester Guardian una volta riferì, se io non erro, che presso Wigan una ragazza perì in una cava in seguito ad una esplosione; e nessun uomo si curò che venisse in luce una illegalità a questo modo. In singoli casi può esser stato posto rimedio, ma in generale la vecchia condizione di cose continua immutata.

Ma queste:non sono ancora tutte le pene sotto le quali cadono i minatori. La borghesia con ciò non è contenta di rovinare la salute di questa gente, di metterne in pericolo la vita ad ogni ora, di toglierle tutte le occasioni per educarsi — essa la sfrutta ancora in modo impudente. Il truck-system qui non è eccezione, ma regola e viene esercitato nel modo più aperto e diretto. Inoltre il cottage-system è generale e per lo più una necessità, ma pur qui viene usato per il miglior sfruttamento degli operai. Aggiungi gli inganni d'ogni specie. Mentre il carbone viene venduto secondo il peso, all'operaio il salario viene per lo più calcolato secondo la misura, e se la sua coffa non è del tutto piena, egli non riceve alcun salario, mentre non gli viene pagato un centesimo se passa la misura. Se v'è nella coffa dell'arena in più di una certa quantità, il che dipende meno dagli operai che dalla composizione dei filoni di carbone, non solo non viene pagato tutto il salario, ma inoltre l'operaio incorre in una multa. Il sistema delle pene in denaro è sfruttato generalmente così bene nelle cave, che, un po' alla volta, un povero diavolo, il quale ha lavorato tutta la settimana e va a prendere il suo salario, apprende dal sorvegliante — che punisce a piacere e senza avvertirne l'operaio — che non gli spetta salario alcuno e che deve pagare tanto e tanto ancora per multe! Il sorvegliante ha potere assoluto sul salario, nota il lavoro consegnato e può pagare all'operaio, il quale deve credergli, quello che egli vuole.

In alcune cave, dove viene pagato secondo il peso, vengono adoperati delle pese decimali false, i pesi delle quali non abbisognano di alcuna verifica delle pubbliche autorità; in una cava v'era persino una regola per cui ogni operaio, il quale voleva lagnarsi della falsità della pesa, doveva avvertirne tre settimane prima il sorvegliante! In molte località, specie nell'Inghilterra del Nord, v'è uso che gli operai vengano ingaggiati per un anno; essi si obbligano durante questo tempo, di non lavorare per nessun altro, ma il proprietario però non si obbliga di dar loro lavoro, di modo che essi stanno spesso disoccupati dei mesi interi e se cercano del lavoro altrove vengono mandati sei, settimane al verricello per aver trascurato il servizio. In altri patti viene agli operai assicurato, ma non dato lavoro, sino a 26 scellini per ogni 14 giorni; in altri distretti i proprietarii imprestano agli operai delle piccole somme, guadagnate a forza di servigi, e perciò li incatenano a sè. Nel Nord è costume generale di trattenere sempre il salario di una settimana per tener con ciò legata la gente. E per rendere completa la schiavitù di questi operai servi, quasi tutti i giudici di pace dei distretti carboniferi sono i padroni di cave stessi o gli amministratori o i loro amici, e hanno, in questi paesi poveri e incivili dove non vi sono che pochi giornali — e pur questi a servizio della classe dominante — e dove v'è poca agitazione politica, un potere illimitato. Si può appena farsi un'idea del come sono stati tiranneggiati e son unti questi poveri minatori dai giudici di pace che sentenziavano da arbitri in causa propria.

Per lungo tempo la cosa andò innanzi così. Gli operai non appresero altro che erano destinati ad essere scorticati a sangue. Ma a poco alla volta si incominciò pure tra essi, specie nei distretti a fabbriche, ove il contatto con gli intelligenti operai di fabbrica ebbe la sua influenza, uno spirito di opposizione contro l'oppressione impudente «dei re del carbone». Essi incominciarono a formare delle associazioni e di quando in quando a tralasciare il lavoro. Nelle parti più civilizzate si unirono anima e corpo con i cartisti. Il grande distretto carbonifero del Nord d'Inghilterra, il quale era chiuso al movimento industriale, rimase sempre addietro finché alla fine, dopo molti tentativi e sforzi, in parte dei cartisti e in parte degli stessi minatori intelligenti, nell'anno 1843, si svegliò pur qui un generale spirito di resistenza.

Tale movimento abbracciò gli operai del Northumberland e del Durham, di modo che essi si posero a capo di un'unione generale dei minatori di tutto l'impero e chiamarono a loro «procuratore generale» un cartista, l'avvocato W. P. Roberts di Bristol, il quale s'era distinto già nei precedenti processi cartisti. L'«Unione» s'allargò in breve nella grande maggioranza del distretto; ovunque vennero chiamati degli agenti, si tennero delle adunanze e si inscrissero dei membri; alla prima conferenza dei delegati in Manchester nel gennaio 1844, i membri erano più di 60,000, alla seconda in Glasgow, un mezzo anno dopo, erano già 100,000. `Ti vennero trattati tutti gli interessi dei minatori e vennero prese deliberazioni sui maggiori scioperi. Furono fondati parecchi giornali, notevole specie la rivista mensile «The Miner's Advocate» a Newcastle-upon-Tyne, e difesi in questi i diritti degli operai.

Il 31 marzo 1844 nel Northumberland e nel Durham scadevano contratti di servizio di tutti i minatori. Essi si fecero porre in iscritto da Roberts un altro contratto nuovo, nel quale chiedevano: 1) Pagamento a seconda del peso, invece che a seconda della misura; 2) Constatazione del peso mediante i pesi e le bilancie comuni rivedute dal pubblico ispettore; 3) Tempo di servizio di sei mesi; 4) Abolizione del sistema delle multe e pagamento reale del lavoro compiuto; 5) Obbligo del proprietario di garantire agli operai che si trovano in suo servizio esclusivo, almeno quattro giorni di lavoro alla settimana o il salario di quattro giorni. Il contratto venne rimesso ai re del carbone e nominata una Commissione perchè trattasse con essi; ma questi però risposero che per essi non esisteva l'Unione, che avevano a che fare con i singoli operai e che non volevano riconoscere l'Unione. I re del carbone presentarono un altro contratto che non voleva saperne nulla di tutti i punti su esposti e naturalmente fu respinto dagli operai. Con questo venne dichiarata la guerra. Il 31 marzo 1844, quarantamila minatori deposero i loro picconi e tutte le cave nelle due Contee rimasero vuote. I fondi delle associazioni erano così notevoli che per parecchi mesi ogni famiglia potè aver assicurati due scellini e mezzo alla settimana. Mentre gli operai mettevano in tal modo alla prova la pazienza dei loro padroni, Roberts organizzava con una instancabilità senza eguali il turn-out e l'agitazione, teneva adunanze, viaggiava l'Inghilterra in lungo e in largo, raccoglieva aiuti per gli scioperanti, predicava la tranquillità e la legalità e conduceva una tale campagna contro i giudici di pace dispotici e i truck system, quale mai s'era presentata in Inghilterra. Già al principio dell'anno egli l'aveva incominciata. In qualsiasi luogo ove era stato condannato un minatore dal giudice di pace, egli si procacciava presso il Queens-Bench (Tribunale) un Habeas corpus, portava i suoi clienti innanzi alla Corte di Londra e otteneva che fosse liberato. Così il giudice Williams del Queens-Bench il 13 gennaio poneva in libertà tre minatori condannati dai giudici di pace di Bilston (Staffordshire del sud); il delitto di questa gente era di essersi rifiutata di lavorare in un luogo minacciato da una frana e, infatti, prima che vi ritornasse era sprofondato.

In un caso antecedente il giudice Patteson aveva assolti sei operai di guisa che il nome di Roberts a poco a poco incominciò ad essere temuto dai giudici di pace proprietari di cave.

In Preston v'erano in prigione quattro suoi clienti; egli si mise in istrada la prima settimana di febbraio, per esaminare la cosa sul posto, ma trovò, allorché egli vi giunse, che i condannati erano stati rilasciati innanzi la scadenza della pena. In Manchester ve n'erano in prigione sette; Roberts ottenne l'Habeas corpus e l'assoluzione completa del giudice Wightman. In Prescot v'erano in carcere nove minatori che attendevano il giudizio essendo stati dichiarati colpevoli d'aver momentaneamente perturbata la quiete in St. Helens (Lancashire del sud); allorché giunse Roberts, furono subito messi in libertà. Tutto ciò avveniva nella prima metà di febbraio. In Aprile allo stesso modo Roberts liberò un minatore dalla prigione di Derby, quattro da quella di Makefield (Yorkshine) e quattro da quella di Leicester. La cosa andò per alcun tempo così innanzi che i «Dogberries» come venivano chiamati, secondo il noto carattere di Shakspeare, nella commedia «Tanto rumore per nulla» acquistarono un po' di rispetto.

Altrettanto avvenne con il truck-system. Roberts trascinò innanzi al Tribunale questi proprietari senza onore, l'un dopo l'altro, ed ottenne contro di essi una condanna dai giudici di pace repugnanti; una tale paura si allargò tra costoro, innanzi a questo energico procuratore generale, il quale appariva ovunque al medesimo tempo, che ad esempio, in Belper presso Berby una ditta che usava il truck, fece affiggere al suo arrivo il seguente avviso:

“Avviso. Amministrazione delle miniere di Pentrich.„

«I signori Haslam credono necessario di far sapere (per prevenire qualsiasi inganno) che tutta la gente occupata sotto di loro riceverà il proprio salario completamente in denaro e che potrà spenderlo dove e come vorrà. Se essa compererà i generi nel negozio dei signori Haslam, verrà ad ottenerli ai prezzi all'ingrosso; tuttavia non si attende che li comperi in tale negozio e sarà dato ad essa il medesimo lavoro e lo stesso salario, perché possa comperare in questo o quel negozio».

Questo trionfo apportò la più gran gioia tra tutta la classe operaia inglese e condusse all'Unione una massa di nuovi membri. Trattanto procedeva lo sciopero nel Nord. Nessuna mano si muoveva, e Newcastle, il porto principale per l'esportazione del carbone, ne era così sfornito, che si dovette portarne dalle coste carbonifere della Scozia, quantunque in inglese to carry coals to Newcastle (portare carbone a Newcastle) sia come presso i Greci portare nottole ad Atene, cioè fare una cosa del tutto superflua. Sul principio, sinché v'erano i fondi dell'Unione. tutto andò bene, ma verso l'estate la lotta s'aggravò moltissimo per gli operai. La più grande miseria dominava tra essi; non avevano denaro, poichè le contribuzioni degli operai degli altri rami d'industria in tutta l'Inghilterra non erano bastevoli al grande numero di scioperanti; dovettero prendere a credito presso i bottegai; tutta la stampa, ad eccezione dei pochi giornali proletarii, era contro gli operai; i pochi tra la borghesia che avrebbero avuto abbastanza sentimento di giustizia, per aiutare gli scioperanti, dai venali fogli liberali e conservatori non apprendevano che bugie sullo sciopero; una deputazione di dodici minatori, che andò a Londra, ebbe da quel proletariato una somma che però fu di lieve aiuto per la massa di coloro che necessitavano di soccorsi; nonostante tutto questo i minatori rimasero fermi e, quello che vuol dir di più, tranquilli e pacifici di fronte a tutte le ostilità e provocazioni dei proprietari e dei loro fedeli servitori. Nessun atto di vendetta fu esercitato, nessun traditore fu maltrattato, nessun furto fu commesso. Lo sciopero era già durato quattro mesi e i proprietarii non avevano alcuna prospettiva di vincere. Una via era ancora ad essi aperta. Essi si ricordarono il cottage-systern; si rammentarono che le case dei disobbedienti erano di loro proprietà. Nel luglio venne intimato di pagare l'affitto agli operai, e in una settimana tutti i quarantamila furono posti alla porta. Questa misura fu messa in esecuzione con una rivoltante barbarie. Ammalati e deboli, vecchi e lattanti, le stesse donne partorienti vennero cacciate dai letti senza riguardo e gettate sulle strade. Un agente sì fece il dovere di trascinare fuori dal letto, con una mano nei capelli, una donna debole al massimo grado.

Militari ed agenti di polizia in massa stavano pronti al primo segno di resistenza e, al primo cenno dei giudici di pace, percuotevano coloro che soffrivano questa brutale procedura. Gli operai sopportavano pur ciò senza muoversi. S'era sperato, ch'essi avrebbero adoperata la violenza, si irritavano con tutta la forza dell'ostinazione, per avere solo un pretesto di por fine allo sciopero mediante i soldati; i minatori senza tetto ricordavano le esortazioni del loro procuratore, rimanevano tranquilli, ponevano silenziosi i loro mobili sulla pianura paludosa o sui campi mietuti e resistevano. Alcuni, che non sapevano in qual posto andare, s'accamparono sulle vie, altri su appezzamenti di terreno d'altra gente, per cui vennero chiamati in giudizio, perchè avrebbero fatti «danni per l'importo di un mezzo penny», e condannati in una sterlina di spese, che essi naturalmente non potevano pagare e che espiavano ai lavori forzati. Così gli scioperanti per otto e più settimane abitarono nell'umidità dell'estate avanzata dell'anno scorso (1844) sotto il libero cielo, con le loro famiglie, senz'altro tetto per sè e per i figli all'infuori delle cortine di tela dei loro letti, senza altri aiuti all'infuori di quelli limitati dell'Unione e del credito che andava scemando dei bottegai. Aggiungi che Lord Londonderry, il quale possiede importanti cave in Durham, minacciò i bottegai «della sua città» Seaham di tutta la sua collera, se essi avessero continuato a far credito «ai suoi» disobbedienti operai. Questo «nobile» Lord fu l'Arlecchino di tutto il turn-out per i suoi «ukase» ridicoli e ampollosi e scritti male, che egli lanciava di tempo in tempo agli operai, sempre senza alcun effetto, all'infuori dell'ilarità della nazione2.

Siccome nulla più voleva fruttare, i proprietari con grandi spese fecero venire dall'Irlanda e dalle parti remote del Galles, dove non v'era ancora alcun movimento operaio, della gente a lavorare nelle loro cave e allorchè in tal modo si riprodusse le concorrenza degli operai tra di essi, si infranse la forza degli scioperanti. I proprietari li costrinsero a sciogliersi dall'Unione e ad abbandonare Roberts e ad accettare le unioni dirette da essi. In tal modo alla fine di settembre ebbe termine la grande lotta di cinque mesi dei minatori contro i proprietari — una lotta che da parte degli oppressi fu condotta con una tal tenacia con un tal coraggio, con una tale intelligenza e con una tale riflessione da costringerci alla più alta ammirazione. Qual grado di vera educazione umana, di elevazione e di forza di carattere presuppone una lotta in una massa di 40,000 uomini, i quali, come vedemmo, nel Ch. E. Rept., ancora nel 1840, venivano dipinti come rozzi e senta costumi! Ma come aspra deve essere stata l'oppressione, che portò questi quarantamila uomini a sollevarsi come un sol uomo e come un esercito non soltanto disciplinato, ma altresì entusiasta, che ha una sola volontà, per continuare la lotta con il più grande sangue freddo o ordine sino al punto in cui ogni ulteriore resistenza sarebbe stata una pazzia!

E se una tal lotta — non contro nemici visibili e mortali, ma contro la fame e il bisogno, la miseria e la mancanza di tetto, contro le passioni provocate sino alla follia dalla brutalità della ricchezza — e se una tale lotta essi avessero sollevata, violentemente, essi, gli inermi, sarebbero stati fucilati in massa ed un paio di giorni avrebbero decisa la vittoria dei proprietarii. Questa legalità non derivò dalla paura innanzi al bastone del constabile, essa derivò dalla semplice riflessione, essa fu la miglior prova dell'intelligenza e del dominio di sé degli operai.

Ancora una volta gli operai nonostante la loro tenacia senza esempio, si sottoposero così alla forza dei capitalisti. Ma non fu senza frutto. Innanzi ogni, altra, cosa, questo turn-out di diciannove settimane tolse per sempre i minatori del nord dell'Inghilterra alla morte intellettuale, in cui essi, sino allora, erano giaciuti. Essi hanno finito di dormire, sono divenuti vigilanti per il loro interesso e si sono uniti al movimento della civiltà ma specie a quello operaio. Il turn-out che in primo luogo mostrò tutta la barbarie dei proprietari contro il movimento operaio, ha qui per sempre stabilita l'opposizione operaia e fatto almeno tre quarti dell'intero numero dei cartisti — e l'acquisto di trentamila individui così energici, così provati è per i cartisti veramente di molto valore. Inoltre, la perseveranza e la legalità di tutto il turn-out unite all'agitazione attiva, dalla quale era accompagnato, volsero l'attenzione pubblica sui minatori, in occasione dei dibattiti sul dazio d'esportazione del carbone, Thomas Duncombe, il quale era il solo deputato decisamente cartista alla Camera bassa, parlò in Parlamento della condizione dei minatori, lesse ad alta voce le loro petizioni e costrinse con un discorso pure i giornali della borghesia, almeno nelle discussioni parlamentari, a dare un'equa esposizione della questione. Subito dopo il turn-out avvenne l'esplosione a Haswell: Roberts andò a Londra, chiese un'udienza a Peel, quale rappresentante dei minatori insistette per un'inchiesta radicale dei caso e ottenne che le prime notabilità geologiche e chimiche dell'Inghilterra, i professeri Lyell e Faraday, venissero incaricati a recarsi sul luogo e sul posto.

Seguirono ancora parecchie esplosioni e gli atti del Roberts furono di nuovo messi innanzi al primo ministro e questi promise nella prossima sessione (l'odierna del 1845) di proporre, dove fosse possibile, le necessarie misure per la protezione degli operai. Tutto ciò non sarebbe seguito, se i minatori non avessero provato con lo sciopero di essere degli uomini amanti della libertà e di valore e se non avessero ingaggiato Roberts.

Appena fu noto che i minatori del nord erano stati costretti a lasciare l'Unione e ad abbandonare Roberts, i minatori del Lancashire formarono un'unione di circa diecimila operai e garantirono al loro procuratore uno stipendio di 1200 lire annue. Essi raccolsero nell'estate dell'anno scorso mensilmente più di 700 lire, delle quali circa 200 furono spese per stipendii, spese di giustizia, ecc., ed il resto in gran parte per aiuti agli operai scioperanti, un certo numero dei quali era senza pane e gli altri avevano lasciato il lavoro per contese con ì proprietarii. In tal modo gli operai si accorgono sempre più che uniti sono una forza rispettabile e che possono affrontare in caso di bisogno la forza della borghesia. E questo giudizio, che è il vantaggio di tutti i movimenti operai, si formò in parte in tutti i minatori dell'Inghilterra per l'Unione ed il turn-out del 1844. In brevissimo tempo disparirà la distinzione che persiste a favore degli operai industriali, e i minatori dell'impero si potranno porre in ogni circostanza a lato di quelli. In tal modo a po' alla volta si scava alla borghesia il terreno sotto i piedi e ciò durerà finchè crollerà tutto il suo edificio politico e sociale assieme alla base sulla quale posa.

Ma la borghesia non si lascia ammonire. L'insubordinazione dei minatori l'amareggiò ancor più; in luogo di vedervi un progresso del movimento operaio, invece di rinsavire con ciò, la classe possidente vi trovò soltanto motivo alla collera contro una classe di uomini, la quale era abbastanza folle per non dichiararsi più d'accordo con il modo di trattamento sino allora esistito. Essa vide nelle giuste domande dei nullatenenti soltanto una incontentabilità insolente, una ribellione pazza «contro l'ordine divino e umano» e nel caso più favorevole un successo da reprimersi con ogni forza, «di demagoghi malintenzionati, i quali vivono dell'agitazione e che sono troppo pigri per lavorare». Essa cercò — naturalmente senza esito — di presentare agli operai uomini come Roberts e gli agenti dell'Associazione, quali imbroglioni accorti, che ad essi, poveri operai, cavavano di tasca l'ultimo quattrino.

Quando la classe possidente è affetta da una tale insensatezza, quando essa si accieca per un momentaneo vantaggio, perché non ha più gli occhi per vedere i segni evidenti del tempo, sono tolte tutte le speranze di una pacifica soluzione della questione sociale in Inghilterra. Sola possibile via d'uscita rimane una, rivoluzione violenta che certamente non mancherà.


Note

1. Secondo il censimento del 1841, il numero degli operai occupati nello scavo delle miniere nella Gran Bretagna (eccetto l'Irlanda) ascende:

UOMINI sopra i 20 anni

UOMINI sotto i 20 anni

DONNE sopra i 20 anni

DONNE sotto i 20 anni

ASSIEME

Cave di carbone

89,408

32,475

1185

1165

118,230

Miniere di rame

9,816

3,428

913

1200

15,307

Miniere di piombo

9,427

1,932

40

20

11,419

Miniere di ferro

7,733

2,679

424

78

10,949

Miniere di stagno

4,602

1,349

68

82

6,101

Diverse, e in quelle il cui minerale non è dichiarato

24,162

6,591

472

491

31,616

ASSIEME

139,238

48,454

3102

3031

193.825

Siccome le miniere di carbone e di ferro vengono per lo più lavorate dagli stessi operai, una parte degli operai indicati col nome di scavatori di carbone ed inoltre una parte notevolissima degli operai allegati nell'ultima rubrica, sono da iscriversi alle miniere di ferro.

2. (1892) Nulla di nuovo sotto il sole, per lo meno non in Germania. I nostri “re Stumm„ non sono altro che copie di originali inglesi già da lungo tempo dimenticati e attualmente impossili nella loro patria.


Ultima modifica 2019.10.02