[Indice de L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza]
Versione di Leonardo Maria Battisti, novembre 2017
Questo scritto consta di tre capitoli del mio Anti-Dühring (Lipsia, 1878). A richiesta del mio amico Paul Lafargue1 li ho raccolti a suo tempo per una traduzione in francese, e ci ho fatto certe aggiunte. La traduzione francese, da me riveduta, uscì nella Revue socialiste, e poi come opuscolo a parte intitolato: Socialisme utopique et socialisme scientifique, (Parigi, 1880). Sulla base della traduzione francese, è da poco apparsa a Ginevra una nuova versione in polacco, intitolata: Socyjalizm utopijny a naukowy (Imprimerie de l'Autore, Ginevra, 1882).
Il sorprendente successo della traduzione di Lafargue in paesi francofoni (specie in Francia) mi fece pensare se per caso fosse altrettanto utile un'analoga edizione tedesca separata di questi tre capitoli. Proprio allora la redazione del Sozialdemokrat2 di Zurigo mi avvertì che tutto il Partito socialdemocratico tedesco reclamasse l'edizione di nuovi opuscoli di propaganda, e mi chiese se potessi destinar a tal uopo quei tre capitoli. Beninteso acconsentii, e posi a disposizione il mio lavoro. Ma esso non era stato scritto in origine per la propaganda immediata fra il popolo. Come poteva divenir divulgativo un lavoro ispirato a puri intenti scientifici? Quali cambiamenti nella forma e nel contenuto erano necessari?
Quanto alla forma, potevano preoccupare i numerosi forestierismi. Ma già Lassalle3 ne era pieno nei suoi discorsi e nei suoi opuscoli di propaganda, e non so di alcuno pentitosi di avermi letto per questo. Da quel tempo i nostri operai leggono con regolarità sempre maggiore i giornali familiarizzandosi coi forestierismi. Così mi sono limitato a togliere dal mio scritto solo i forestierismi inutili; e circa quelli impossibili da toglier ho evitato di metterci le cosiddette note esplicative. Infatti i forestierismi (specie le espressioni scientifiche e tecniche, universalmente accettate) non sarebbero inevitabili se fossero traducibili. Ma allora la traduzione ne falsa il significato: anziché chiarirlo, lo rende oscuro. In tali casi riesce di gran lunga più proficuo cercare un chiarimento orale.
Quanto al contenuto, invece, credo che non riuscirà difficile agli operai tedeschi. Il capitolo 3 è sì difficile, ma assai più per i borghesi “colti” che per gli operai di cui essa compendia le condizioni di vita. Infatti le aggiunte esplicative sono pensate per lettori “colti”, gente come l'onorevole deputato von Eynern, il signor consigliere segreto Heinrich von Sybel e altri Treitschke4, dominati dall'irresistibile furore di dar prova pubblica della loro atroce ignoranza, coi loro colossali equivoci sul socialismo. Don Chisciotte giostra contro i mulini a vento perché è suo officio e compito; se lo fa Sancho Panza è imperdonabile. Per siffatti lettori sarà sorprendente trovare in uno schizzo di storia del socialismo: la cosmogonia di Kant-Laplace5; le moderne scienze naturali; Darwin6; nonché la filosofia classica tedesca ed Hegel. Ma il socialismo scientifico è prodotto di marca tedesca e poteva sorgere solo in quella nazione la cui filosofia classica aveva tenuto in vita la tradizione della dialettica cosciente: in Germania*1.
La concezione materialistica della storia e la sua specifica applicazione alla moderna lotta di classe fra proletariato e borghesia erano infatti possibili solo mercé la dialettica. E che i maestri della borghesia tedesca abbiano sommerso nella palude squallida dell'eclettismo la memoria dei grandi filosofi tedeschi e della dialettica da essi affermata costringe noi socialisti ad invocare le scienze naturali moderne come testimoni dell'esistenza reale della dialettica. Noi socialisti tedeschi siamo orgogliosi di discender (nonché da Saint-Simon7, da Fourier8 e da Owen9) da Kant10, da Fichte11 e da Hegel12.
Londra, 21 settembre 1882
Friedrich Engels
È stata confermata la mia previsione che il contenuto di questo scritto non sarebbe riuscito difficile agli operai tedeschi. Dal marzo 1883 (data della Iª edizione) sono state smerciate almeno tre edizioni (10.000 copie in tutto), perfino con le ormai defunte leggi antisocialiste allora vigenti: una nuova prova dell'impotenza dei veti polizieschi contro un movimento pari a quello del proletario moderno.
Dopo la prima edizione tedesca sono apparse altre traduzioni in lingue straniere: una italiana di Pasquale Martignetti, Il socialismo utopistico ed il socialismo scientifico (Benevento, 1883); una in russo, Razvitie naucnavo sozialisma (Ginevra, 1884); una in danese, Socialismens Udvikling fra Utopi til Videnskab (in Socialisk Bibliotek, I Bind, Copenaghen, 1885); una in spagnolo: Socialismo utòpico y socialismo cientìfico (Madrid, 1886); e una in olandese: De Ontwikkeling van het Socialisme van Utopie tot Wetenschap (L'Aja, 1886).
Questa IVª edizione tedesca contiene alcune modifiche trascurabili, eccetto due aggiunte: il primo capitolo su Saint-Simon (troppo corto rispetto a Fourier e ad Owen) è notevolmente ampliato; alla fine del terzo è aggiunta la nuova forma di produzione dei “trust”, divenuta davvero notevole di recente.
Londra, 12 maggio 1891
Friedrich Engel
Questo scritto è eccerpito da un'opera di maggior mole. Verso il 1875 il dr. Eugen Dühring13, libero docente all'università di Berlino, in modo sùbito e chiassoso annunciò la sua conversione al socialismo, e fornì al pubblico tedesco, oltre a tutta una teoria socialista, tutto un piano pratico di riorganizzazione della società. Ciò implicava scagliarsi contro i suoi predecessori, specie contro Marx, che onorò di una ondata di attacchi furiosi.
Ciò capitò quando le due fazioni del Partito socialista tedesco (eisenacchiani14 e lassalliani15) si erano appena fuse [al Congresso di Gotha nel 1875]16, ottenendo così, oltre a un immenso aumento delle loro forze, la capacità ancora più importante di dirigere tali forze contro il nemico comune. Il Partito socialista era in Germania sulla via di divenir rapidamente un potere forte. Ma, per divenir un potere forte, serviva che l'unità appena realizzata non fosse infranta. Invece il dr. Dühring iniziò apertamente a formare una setta attorno a sé: il nocciolo di un futuro partito separato. Onde era necessario raccogliere il guanto che ci veniva gettato e intraprendere ad ogni costo la lotta, volenti o inviti.
La cosa, benché non difficile, esigeva tempo. Come si sa, noi tedeschi abbiamo una ‘profondità’ [Gründlichkeit] terribilmente pesante, profonda radicalità o radicale profondità, come parvi nomarla. Se un tedesco espone un che ch'ei stima una nuova teoria, è uopo che la elabori in un sistema che abbracci tutto l'universo. Deve dimostrar che i primi princìpi della logica e le leggi fondamentali dell'universo sono esistiti da sempre solo per portar lo spirito umano a tale teoria ora scoperta, che corona tutto. In ciò il dottor Dühring era conforme al tipo nazionale. Nientemeno che un completo Sistema di filosofia (dello spirito, morale, naturale e della storia); un completo Sistema di economia politica e di socialismo; infine una storia critica dell'economia politica (tre grossi volumi in ottavo, grevi di forma di contenuto, tre corpi d'armata d'argomenti schierati in generale contro tutti i filosofi e gli economisti, in particolare contro Marx; in realtà, un tentativo di totale ‘rovesciamento della scienza’): ecco cosa dovevo affrontare! Trattavisi di tutto lo scibile: dai concetti di tempo e spazio al bimetallismo17, dall'eternità della materia e del moto alla caducità delle idee morali, dalla selezione naturale di Darwin all'educazione futura dei giovani. Comunque l'enciclopedicità del mio avversario mi dava l'occasione di sviluppar (in polemica con lui e in forma più sistematica di finora) le opinioni mie e di Marx su tale grande varietà di temi. Ecco la ragione principale che mi indusse a tale compito benché ingrato.
La mia risposta, pubblicata prima in una serie di articoli sull'Avanti18 di Lipsia (organo centrale del Partito socialista), fu poi raccolta in un volume col titolo: La scienza rovesciata dal sig. Dühring. Una IIª edizione apparve a Zurigo nel 1886.
Su richiesta del mio amico Paul Lafargue (attuale deputato di Lilla alla Camera dei deputati francese) adattai tre capitoli di tale libro per farne un opuscolo ch'ei tradusse in francese e pubblicò nel 1880 col titolo: Socialismo utopico e socialismo scientifico. Tradotte dal francese uscirono delle edizioni in polacco e in spagnolo. Nel 1883 i nostri amici tedeschi pubblicarono l'opuscolo nella sua lingua originale. Indi tradotte dal tedesco uscirono le traduzioni italiana, russa, danese, olandese e rumena. Indi, con quest'edizione inglese, l'opuscolo è stato diffuso in 10 lingue. Non so d'un altro scritto socialista (manco il Manifesto comunista del 1848 o Il capitale di Marx) che sia stato tanto tradotto. In Germania ha avuto 4 edizioni per un totale di 20.000 copie.
L'appendice La Marca19 fu scritta per diffondere nel Partito socialista tedesco alcune nozioni elementari sulla storia e lo sviluppo della proprietà fondiaria in Germania. Ciò pareva assai necessario allora: avendo quasi finito di conquistare le masse operaie di quasi tutte le città, tale partito doveva conquistar gli operai rurali e i contadini. Tale appendice è stata inclusa nella traduzione, perché le forme primitive di possesso terriero, comuni a tutte le tribù tedesche, e la storia del loro declino sono meno note in Inghilterra che in Germania. Ho lasciato invariato il testo, senza riferir l'ipotesi recente avanzata da Maksim Kovalevskij20, secondo cui la ripartizione delle terre arate e dei prati fra i membri della Marca fu preceduta un periodo in cui ci fu la loro coltivazione in comune da parte di un'ampia comunità familiare patriarcale, comprendente diverse generazioni (può servire di esempio la Zàdruga degli slavi del Sud, tuttora esistente). La ripartizione delle terre capitò solo quando tale comunità crebbe al punto da render inadatta una lavorazione collettiva. Kovalevskij ha probabilmente ragione, ma il problema è ancora sub judice.
I termini economici usati in questo libro (allorché sono nuovi) corrispondono a quelli usati nell'edizione inglese del Capitale di Marx. Chiamiamo produzione di merci: la fase economica in cui gli oggetti sono prodotti (nonché per l'uso del produttore) per scambiarli, cioè come merci anziché come valori di uso. Tale fase si estende dagli inizi della produzione per lo scambio fino ai giorni nostri. E completa il suo sviluppo solo sotto la produzione capitalistica (cioè a condizione che il capitalista, il proprietario unico dei mezzi di produzione, occupa per un salario degli operai gente priva d'ogni mezzo di produzione eccetto la personale forza-lavoro, e intasca quanto il prezzo di vendita dei prodotti supera le sue spese). Dal Medioevo in poi, dividiamo la storia della produzione industriale in 3 PERIODI. 1. Artigianato: piccoli capi artigiani con pochi garzoni e apprendisti; ogni operaio produce il prodotto completo. 2. Manifattura: un gran numero di operai, riuniti in un grande opificio, produce il prodotto completo secondo i princìpi della divisione del lavoro: ognuno fa solo un'operazione parziale, onde il prodotto è completato solo dopo esser passato dalle mani di tutti. 3. Industria moderna: il prodotto è prodotto da macchine a motore, e l'attività dell'operaio si riduce a sorvegliare e correggere l'azione del meccanismo.21
Friedrich Engels
*1. È un lapsus calami dir: «in Germania». Invece si deve dir: «appo i tedeschi». Infatti la dialettica tedesca era sì indispensabile all'origine del socialismo scientifico come lo erano le evolute condizioni economiche e politiche dell'Inghilterra e della Francia. Lo sviluppo economico e politico della Germania dopo il 1840 (più arretrato di oggi) poteva tuttalpiù offrir delle caricature socialiste. (Cfr. Il Manifesto comunista, III, 1: Il socialismo tedesco o il “vero” socialismo). Il socialismo scientifico divenne un prodotto autenticamente internazionale (anziché esclusivamente tedesco) solo quando le condizioni economiche e politiche in Inghilterra e in Francia si prestarono alla critica dialettica tedesca in modo da ottenere un risultato reale. (Nota di Engels)↩
1. Paul Lafargue [1842-1911]: membro di spicco del Partito operaio francese durante la Comune; membro del Consiglio della Iª Internazionale; genero di Marx (ne sposò la figlia Laura).↩
2. Sozialdemokrat [Zurigo, 1879-1888; Londra, 1889-1890]: organo della socialdemocrazia tedesca. In Germania le leggi antisocialiste (1878-1890) vietavano ogni stampa socialista.↩
3. Ferdinand Lassalle [1825-1865]: avvocato; fondatore dell'ADAV (Associazione generale degli operai tedeschi); capo della corrente riformista della socialdemocrazia tedesca fra il 1862 e il 1864. Su questioni fondamentali ebbe posizioni opportuniste e fu l'iniziatore della tendenza opportunista nel movimento operaio tedesco. Accolse l'unificazione della Germania sotto la Prussia. Propugnò la costituzione di associazioni operaie con l'aiuto dello Stato. È duramente combattuto da Marx (Critica del programma di Gotha), contrario ad ogni nazionalismo. ↩
4. Ernest von Eynern [1838-1906]: grande industriale di Brema e commerciante; deputato al parlamento prussiano dal 1897; autore di opuscoli contro la socialdemocrazia.
Heinrich von Sybel [1817-1895]: storico liberale-nazionalista, di accentuato spirito prussiano.
Heinrich von Treitschke [1834-1896]: storico reazionario prussiano, membro della Camera di Berlino dal 1871 al 1888.
↩
5. Immanuel Kant (Storia universale della natura e teoria del cielo, 1755) e Pierre-Simone Laplace (Esposizione del sistema del mondo, 1796) formularono un SNDM (Solar Nebular Disk Model): un'ipotesi cosmogonica che il sistema solare sarebbe formatosi da una nebulosa primitiva rotante condensatasi. Proseguendo questo raffreddamento, la terra dovrebbe mutare aspetto ed infine morire. ↩
6. Charles Robert Darwin [1809-1882]: naturalista inglese, spiegò l'origine e l'evoluzione delle specie viventi con tre principi (lotta per l'esistenza; influenza dell'ambiente; ereditarietà).↩
7. Henri Claude de Rouvroy conte di Saint-Simon [1760-1825]: socialista utopista francese, profeta dell'industrialismo.↩
8. François Marie Charles Fourier [1772-1837]: filosofo e scrittore francese. Socialista utopista, progettò colonie comuniste come unità economiche indipendenti.↩
9. Robert Owen [1771-1858]: socialista utopista inglese. Fautore di un “nuovo mondo etico”, nella sua filanda di New Lanark introdusse per primo innovazioni straordinarie a quei tempi (la riduzione del tempo di lavoro, un sistema di previdenza contro malattie e vecchiaia, comitati operai consultivi, etc.).↩
10. Immanuel Kant [1724-1804]: filosofo tedesco. Tentò di giungere alla sintesi tra razionalismo e idealismo. Chiamò il suo sistema: Idealismo trascendentale. ↩
11. Johann Gottlieb Fichte [1762-1814]: filosofo tedesco, discepolo di Kant. Il suo sistema è detto: Idealismo soggettivo.↩
12. Georg Wilhelm Friedrich Hegel [1770-1831]: filosofo tedesco che influenzò tutto il pensiero europeo. Il suo sistema è detto: Idealismo oggettivo (perché il pensiero è un'azione del reale). ↩
13. Eugen Karl Dühring [1833-1921]: filosofo positivista ed economista piccolo borghese tedesco. Aderì al socialismo nel 1872. Perseguitato, perse la licenza di insegnamento nel 1874.↩
14. Eisenachiani: membri dello SDAP (Partito operaio socialdemocratico) fondato ad Eisenach nel 1869. Massimi esponenti degli eisenachiani furono August Bebel e Wilhelm Liebknecht.↩
15. Lassalliani: erano i membri dell'ADAV fondata da Ferdinand Lassalle (v. nota 3).↩
16. Al Congresso di Gotha [22-27 maggio 1875] fu fondato lo SAPD (Partito operaio socialista di Germania) sulla base di un programma criticato da Marx (Critica del programma di Gotha).↩
17. Bimetallismo: sistema monetario fondato sull'oro e l'argento.↩
18. Vorwärts (Avanti!): organo centrale del Partito operaio socialista di Germania, pubblicato a Leipzig dal 1876 al 1878 e a Berlino dal 1891 al 1933.↩
19. Il saggio La Marca (appendice di quest'opera; ma qui rimossa come in tutte le riedizioni) è una storia dei possedimenti fondiari. Marca: comunità rurale dell'antica Germania.↩
20. Maksim Maksimovich Kovalevskij [1851-1916]: sociologo, storico, giurista, politico democratico russo. Noto per le sue ricerche sulla società primitiva.↩
21. Il seguito della prefazione inglese viene tagliato dalla maggior parte delle edizioni perché Engels decise di ripubblicarlo a parte in tedesco col titolo: Sul materialismo storico ↩
Ultima modifica 2020.05.16