Orazione funebre di K. Marx pronunciata da Engels al cimitero di Highgate
Tradotto da Leonardo M. Battisti, marzo 2018
Il 14 marzo, alle 2:45PM, ha cessato di pensare la più grande mente vivente. Era stato lasciato solo meno di due minuti e al nostro ritorno stava nella sua poltrona: addormentato in pace ma per sempre.
Tale morte è una perdita incalcolabile sia per il proletariato militante d'Europa e d'America, sia per la scienza storica. Si avvertirà presto il vuoto lasciato dalla scomparsa di questo titano.
Come Darwin ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, così Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana, cioè il semplice fatto (finora celato dall'orpello ideologico) che: gli uomini devono mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d'arte, di religione, etc.; onde la produzione dei mezzi materiali immediati d'esistenza e quindi il grado di sviluppo economico d'un popolo e d'una certa epoca sono la base da cui sorgono le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, artistiche e religiose di tale popolo; e alla luce della quale esse devono venir spiegate (anziché l'inverso come è stato finora).
Inoltre Marx ha scoperto pure la legge peculiare dello sviluppo del moderno modo capitalistico di produzione e della società borghese da esso generata. La scoperta del plusvalore ha fatto luce nel buio in cui prima brancolavano sia gli economisti classici sia i critici socialisti in tutte le loro ricerche.
Tali due scoperte sarebbero abbastanza per riempire una vita. Beato sarebbe chi ne avesse fatta una sola. Ma in ogni campo in cui ha indagato (e indagò molti campi, e mai superficialmente), Marx ha fatto delle scoperte originali (incluso quello della matematica).
Tale era lo scienziato. Ma lo scienziato non era neppure la metà di Marx. Per lui la scienza era una forza motrice della storia, una forza rivoluzionaria. Benché gli desse grande gioia ogni scoperta in una scienza teorica (la cui applicazione pratica era ancora imprevedibile), una gioia ben diversa gli dava una scoperta che implicasse un súbito mutamento rivoluzionario nell'industria e nello sviluppo storico in generale. Ad esempio seguiva attento le scoperte nel campo dell'elettricità e, recentemente, quelle di Marcel Deprez [fisico francese, che feci i primi tentativi di trasmissione dell'energia a distanza].
Poiché Marx era anzitutto un rivoluzionario. La sua vera missione restava comunque contribuir al rovesciamento della società capitalistica e delle istituzioni statali da essa create, contribuir a liberar il proletariato moderno, che lui per primo rese consapevole della sua posizione e dei suoi bisogni, consapevole delle condizioni della sua liberazione. La lotta era il suo elemento. Ed ha lottato con una passione, con una tenacia e con un successo come pochi hanno lottato. La prima Gazzetta renana (1842), l'Avanti! di Parigi (1844), la Gazzetta tedesca di Bruxelles (1847), la Nuova gazzetta renana (1848-49) la New York Tribune (dal 1852 al 1861), e tanti opuscoli militanti, il lavoro a Parigi, a Bruxelles, a Londra, il tutto coronato dalla grande Associazione internazionale degli operai: ecco un altro risultato di cui colui che lo ha raggiunto potrebbe esser fiero senza bisogno di far altro.
Marx era così l'uomo più odiato e calunniato del suo tempo. I governi, assoluti e repubblicani, lo espulsero; i borghesi, conservatori e ultra-democratici radicali, lo coprirono a gara di calunnie. Ei svalutò tali miserie, le ignorò o rispose solo in caso di necessità. È morto onorato, amato, rimpianto da milioni di compagni di lavoro rivoluzionari in Europa e in America, dalle miniere siberiane alla California. E ritengo di poter aggiungere che: poteva avere molti avversari, ma nessun nemico personale.
Il suo nome vivrà nei secoli, e così la sua opera!
Ultima modifica 2018.03.16