Fidel Castro Ruz, Aprile 2- 2009
Tradotto da Clara Statello
Oggi è cominciato il Summit del Vertice del G20. Gli esperti in temi economici hanno compiuto enormi sforzi. Alcuni con esperienza e importanti incarichi internazionali, altri come studiosi ricercatori. Il tema è complesso, il linguaggio è nuovo ed esige familiarità con i termini, i dati economici, gli organismi internazionali e i leader politici di maggior peso nella sfera internazionale. A ciò il nostro sforzo di semplificare e spiegare in modo intellegibile ciò che sta accadendo a Londra, così come io lo vedo.
Nessuno si meraviglia che Obama sia la stella del summit di Londra. Rappresenta il paese più potente e ricco del mondo. Lo favoriscono circostanze speciali. Lì non c'è Bush, bugiardo, cinico, guerrafondaio e odioso. Neanche McCain, mediocre e ignorante, proprio grazie alla stupefacente vittoria di Obama, un nero nel paese della discriminazione razziale, in cui la maggioranza degli elettori bianchi ha votato per McCain, anche se non è bastato a compensare il voto di più del 90% di neri e meticci nordamericani, di cittadini di origine latina, dei poveri e di coloro che sono stati colpiti dalla crisi. E' stato eletto proprio mentre altri leader del G20 sono sul punto di concludere il loro mandato, e Obama probabilmente sarà il presidente degli Stati Uniti per otto anni. Non c'è nulla di strano che le notizie su Londra girino attorno a lui.
Ciò che importa al mondo è cosa viene fuori da lì, ammesso che qualcosa venga fuori. Ognuno dei partecipanti ha i propri obiettivi nazionali e personali, come leader politici che verranno giudicati dalla storia.
Quello di Obama è, in primo luogo, cambiare l'immagine del proprio paese, responsabile della tragedia che tutto il mondo sta patendo, e a cui a ragione l'opinione pubblica dà la colpa dell'attuale devastante crisi economica, di cui lui non ha alcuna responsabilità politica. Come segnala Joseph Stiglitz "dovrà arrivare a dire che lui non ha colpa di nulla e che sta cercando di risolvere le cose il più rapidamente possibile."
Il suo principale alleato europeo, il primo ministro Gordon Brown, è l'anfitrione del vertice e mira a modificare ad ogni costo l'attuale tendenza anti-laburista del proprio paese, scatenata da gli errori del suo predecessore Tony Blair. A Obama offre gli onori di Buckingham Palace, dove è stato ricevuto assieme alla moglie Michelle. Il presidente ha omaggiato l'anziana regina con un moderto riproduttore digitale, frutto della sofisticata tecnologia nord-americana, un Ipod con canzoni e immagini della visita di Stato della regina negli USA nel 2007 e un libro di partiture di Richard Rogers. Con Sua Maestà non aveva da scambiare una parola sulla riunione mondana del G 20.
Brown, invece, si gioca tutto con la crisi. Aspira a cambiare la regolamentazione del sistema bancario, stimolare la crescita economica, aumentare la cooperazione e porre fine al protezionismo. Riconosce che le negoziazioni saranno difficili.
Il suo motto: "meglio guardare avanti che guardare indietro". Chiaro che se i suoi elettori guardassero indietro prenderebbe davvero pochi voti.
I due alleati cercano con fatica di minimizzare le differenze in seno al Vertice con la Francia e la Germania.
Sarkozy non dissimula il suo disgusto verso la politica degli Stati Uniti. E' esplosivo. Ha recentemente minacciato di abbandonare il summit. Ieri ha dichiarato all'emittente Europe 1 che al momento non esiste alcun accordo soddisfacente sul vertice, anche se ha ammorbidito le sue minacce di alzarsi dal tavolo se non si avanza verso una maggiore regolamentazione: "Non parteciperò ad un vertice che non esiga una maggiore regolamentazione". Assicura che i negoziatori non hanno raggiunto nessun accordo.
La bozza del comunicato del vertice, che già circola tra i periodisti, parla di ristabilire la crescita globale, mantenere l'apertura dei mercati, e fomentare il commercio globale. "Dobbiamo ottenere dei risultati, non abbiamo scelta", ha insistito ieri Sarkozy.
Obama ha annunciato da alcuni giorni che gli Stati Uniti si propongono di introdurre dei cambiamenti nei propri sistemi di regolamentazione e supervisione, con la speranza che questa dichiarazione soddisfi una parte delle esigenze europee, strappando una di queste bandiere.
Sarkozy ha risposto che il suo impegno a finirla coi paradisi fiscali va preso sul serio.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, molto vicina alle posizioni di Sarkozì, esige che nell'accordo non si includa né l'esigenza di un piano di stimolo fiscale per i paesi avanzati, né si apra il dibattito sull'annuncio di una nuova moneta internazionale che è richiesta dai paesi emergenti al G7.
"Il mondo si trova ad un bivio" ha dichiarato la Merkel "dobbiamo fare tutto il possibile affinché la crisi non si ripeta".
"Dobbiamo andare oltre ciò di cui ha parlato Washington" e ha aggiunto che tutte le decisioni prese a Londra si devono avere garanzia di applicazione. "Non deve rimanere alcun luogo, nessun prodotto, nessuna istituzione, senza supervisione e trasparenza".
La Merkel si è mostrata favorevole a elevare la dotazione del Fondo Monetario Internazionale e incrementare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo che patiscono maggiormente l'impatto della crisi.
L'ampliazione dei mezzi del Fondo Monetario Internazionale sembra già un fatto reale. Il presidente del Messico ha detto al suo arrivo a Londra, di negoziare con il Fondo una linea di credito di 26 mila milioni di euro. Ieri il numero due del Fondo Monetario Internazionale, John Lipsky, ha informato a Londra che il Fondo concederà al Messico una linea di credito di 47 mila milioni di dollari per garantire la disponibilità di liquidità nel caso in cui le condizioni del mercato dovessero peggiorare per via della crisi. E' una cifra maggiore di quella richiesta dal Messico.
Dato che la maggioranza delle azioni del FMI sono degli Stati Uniti, senza gli Usa non sarebbe possibile questo sostegno, che sottende l'influenza di Obama sulla riunione di Londra.
I mass media diffondono la notizia che Obama si incontrerà a Londra con Dimitri Medvedev e Hu Jintao, presidenti di Russia e Cina, per discutere degli specifici problemi che i due paesi affrontano con gli Stati Uniti.
Negli incontri bilaterali della superpotenza con le due grandi potenze, sicuramente si erano toccati i problemi economici, o forse erano stati annunciati degli accordi pazientemente discussi e approvati dai rispettivi rappresentanti diplomatici.
Oggi 2 Aprile, leggo un lungo e dettagliato dispaccio dell'Agenzia di Notizie Xinhua, chiuso giorno 1, in cui si informa che "il presidente della Cina Hu Xintao e il presidente degli USA Barack Obama si sono oggi accordati affinché i rispettivi Paesi lavorino assieme per costruire una relazione positiva, cooperativa e completa nel secolo XXI"
"I presidenti hanno inoltre deciso di stabilire un meccanismo bilaterale di Dialogo Strategico e Economico".
"Il nuovo accordo deciso dai due Capi di Stato durante il loro incontro a Londra, traccerà la rotta e darà un forte impulso allo sviluppo sostenuto, solido e stabile delle relazioni fra i due paesi".
"Le relazioni tra Cina e Stati Uniti continuano ad essere tra le più importanti relazioni bilaterali del mondo nel ventunesimo secolo, secolo in cui l'umanità affronta enormi opportunità e sfide. Nella nuova era le Nazioni hanno importanti responsabilità riguardo la pace, la stabilità, lo sviluppo mondiale e inoltre condividono enormi interessi".
"Le due parti devono mantenere il ritmo dell'epoca e utilizzare sempre i legami bilaterali da una prospettiva strategica e di lungo termine".
"Devono rispettare e prendere in cosiderazione gli interessi fondamentali dell'altra parte e approfittare delle opportunità, e inoltre devono lavorare assieme per affrontare le sfide secolo".
"La creazione del meccanismo del Dialogo Strategico e Economico Cina-Usa è un passo importante per spingere ancora di più la relazione bilaterale. Con questo, il dialogo strategico anteriore tra i due paesi è stato innalzato a un nuovo livello"
"In un momento in cui la crisi finanziaria internacionale continua ad estendersi, le due nazioni devono sostenersi mutualmente e lavorare assieme per superare la bufera, il che favorirà gli interessi primari e comuni di Cina e Stati Uniti "
"Cina e Stati Uniti non solo devono migliorare gli scambi e la cooperazione in aeree come economia, lotta al terrorismo, crimini internazionali, cambiamento climatico, energia e ambiente, ma anche rafforzare la comunicazione e la coordinazione su temi regionali e mondiali".
Un tale accordo non si poteva discutere in una riunione di 60 minuti, era già stato elaborato in tutti i suoi dettagli.
La Cina, invasa e saccheggiata dai suoi attuali alleati del continente asiatico appena settanta anni fa, oggi avanza verso un posto in cima all'economia mondiale. ( un puesto cimero)
E' il principale creditore degli Stati Uniti, e discute serenamente con il presidente di quel potente paese sulle regole che oggi governano le relazioni tra le due nazioni in un mondo pieno di rischio.
Forse Xinhua trasmette una delle notizie più importanti relatice al Summit del G-20.
Oggi è cominciato ed è concluso mentre scrivevo queste righe! Stupefacente!
Ultima modifica 31.01.2010