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Assolutamente segreto
AL CC DEL PCR (1*)
Alla commissione del Politburo, che ha preparato la risoluzione sulla costruzione del partito, avevo segnalato che io potevo votare a favore solo con serie riserve, le stesse che porterò nel CC, e che non pubblicherò, per non creare eccessive difficoltà, a chi deve ancora svolgere il proprio intervento al Comitato Centrale. Ho fatto la stessa segnalazione alla riunione congiunta del Politburo e del Presidium della CCC, dove è stato approvato il testo della risoluzione da noi elaborato. Il presente documento rappresenta la mia dichiarazione scritta alla votazione che ne è seguita.
1. La contraddizione fondamentale della risoluzione da noi approvata consiste nel fatto che essa si pone in continuità con le decisioni del Plenum di ottobre. In realtà il Plenum di ottobre è stato l’espressione massima di un corso burocratico dell’apparato 2* che oggi è soggetto ad un radicale cambiamento. Il Plenum di ottobre ha condannato ciò che oggi, due mesi dopo, il Politburo ha creduto necessario approvare.
2. L’apparato di partito, per forza di inerzia, continua ancora a procedere secondo quella linea, la più chiara espressione della quale è rappresentata dalle decisioni del Plenum di ottobre. Un gruppuscolo molto numeroso e autorevole dell’apparato del partito (un gruppuscolo, in sostanza, frazionista) non soltanto non vuole operare la svolta verso il nuovo corso ma indubbiamente manovrerà la risoluzione del CC in modo tale da non cambiare, in sostanza, il corso del partito. Proprio per questo io ho insistito per una condanna più chiara, dura e diretta di quei componenti dell’apparato di partito che si sono manifestamente burocratizzati.
3. Mi suscita una particolare preoccupazione la posizione formalmente corretta 3* dei membri del Politburo sulla questione dei gruppuscoli e delle formazioni frazionistiche. Va da sé che non ci sono divergenze tra noi sul problema del danno, dell’eccezionale pericolo politico e dell’inammissibilità delle formazioni frazionistiche nel partito. Ma le divergenze sussistono sui metodi e sui procedimenti da usare per preservare il partito da una rottura frazionistica. Le frazioni e i gruppuscoli, che si sono messi in luce nell’ultimo periodo all’interno del partito, sono cresciuti non per gli abusi di un regime a democrazia operaia ma, al contrario, per l’attività di un corretto regime burocratico. Per minare il frazionismo, è necessario colpire il burocratismo. Intanto il partito è sempre più impressionato per la condanna “di frazionismo” rivolta ad irreprensibili militanti che hanno segnalato al CC gli errori del partito. (2) Se questi metodi fossero portati nel “nuovo corso”, lo vanificherebbero completamente.
4. Allo stesso modo, desta preoccupazione l’atteggiamento di alcuni membri del Politburo nei confronti della crisi economica che stiamo vivendo - per quanto concerne il suo significato, le sue cause, le sue prospettive. Ascoltiamo, in interventi responsabili, dichiarazioni sul fatto che la crisi è stata “una bufera in un bicchier d’acqua”, che i moti di settembre sono stati “soltanto un episodio”. Se il partito fosse permeato da simili opinioni, esso non troverebbe in se stesso sufficiente energia per affrontare le difficoltà economiche e i compiti che l’attendono.
La risoluzione, così come è stata approvata, e considerando anche il ritardo della sua comparsa, mi appare troppo carente sul piano legale e insufficiente nel merito. Nello stesso tempo essa rappresenta indubbiamente un passo importante e di principio, da parte del corso burocratico dominante, a favore di un più forte regime di partito. Alla luce di questa difficile situazione, nel momento della votazione io potevo scegliere di astenermi o votare a favore con la motivazione che qui riporto. In considerazione del fatto che nella sottocommissione i cc. Kamenev e Stalin avevano insistentemente parlato della risoluta decisione del Politburo di favorire la realizzazione effettiva del nuovo corso, ho deciso di votare a favore della risoluzione così com’era, per rendere comunque più facile al Comitato Centrale una seria e profonda svolta, senza disordini organizzati e tensioni frazionistiche. 3*
Ritengo tuttavia mio dovere segnalare con forza che qualsiasi tentativo di utilizzare la risoluzione - approvata a garanzia della concordia nel partito – servendosi di misure dell’apparato, meccanicamente applicate, 4* porterebbe ad un risultato apertamente contraddittorio con ciò cui noi tutti aspiriamo. E’ proprio per questo, per le difficoltà sofferte dal partito, che incombono ora seri e permanenti ostacoli di natura economica, ed è quindi necessaria una chiara e precisa politica del CC in quella direzione la cui prima tappa è stata tracciata dalla risoluzione concordemente approvata dal Politburo.
1. Ancora nel settembre (1923) il Plenum del CC del PCR(b) aveva istituito una commissione del CC sulla situazione interna al partito, presieduta da V.M. Molotov. La relazione di questa commissione fu ascoltata nella seduta del Politburo del CC del 29 novembre 1923. Il Politburo decise di trasmettere, per un esame, la proposta della commissione alla commissione del Politburo sullo stato interno del partito composta da I.V. Stalin, V.M. Molotov, N.I. Bucharin, V.V. Kujbyschev, G.E. Zinov’ev, L.D. Trockij e M.P. Tomskij. Il termine del lavoro di questa commissione fu fissato dal Politburo al 3 dicembre. Nelle indicazioni era anche stabilito che “ in caso di unanimità, incaricare la commissione di approvare il documento trasmesso al suo esame e pubblicarlo a nome del CC”. (CPA IML, f.17, op.3, d.397, l. 5-6). Per la redazione conclusiva di un progetto di risoluzione sulla costruzione del partito, fu creata una sottocommissione composta da L.B. Kamenev, I.V. Stalin, L.D. Trockij. Nell’archivio del CC del PCUS esiste una copia dattiloscritta di un documento del 5 dicembre 1923 che riflette i contrasti di fondo fra i membri della sottocommissione. Il documento non è firmato ma contiene delle correzioni redazionali di L.D. Trockij, con una sua nota: “ Molto importante. Nella cartella sulla costr[uzione] del part[tito]. L. Tr. ” .
Riportiamo il testo del documento:
“ 5. 12. ‘23 Un eccezionale ed importante momento critico nello sviluppo del partito impone a tutti noi l’obbligo di compiere tutti gli sforzi affinché un necessario, improrogabile e profondo cambiamento del suo corso, proceda con minimi stravolgimenti organizzativi e, a maggior ragione, senza convulsioni frazionistiche; esso deve inoltre avvenire nei limiti prescritti dallo statuto, conservando non soltanto l’unità del partito ma anche la concordia interna. Questo risultato può essere raggiunto solo a patto che il Comitato Centrale, con il massimo di accordo al proprio interno, si metta alla testa del movimento che è sorto ora nel partito e che è diretto ad un cambiamento del suo corso, nella direzione della democrazia operaia. Queste sono le considerazioni fondamentali dalle quali siamo partiti noi, membri della sottocommissione, cui è stato affidato l’incarico di formulare il documento conclusivo che proclama, a nome del Comitato Centrale, la necessità di compiere nuovi e seri passi nel campo dell’economia e di operare un cambiamento di corso nella politica interna del partito. Nei limiti di queste comuni considerazioni, nella sottocommissione dei tre sono sorte tendenze diverse che si esprimono nel fatto che il c. Trockij, da parte sua, ha ritenuto necessaria un giudizio molto più deciso e categorico delle prime fasi intraprese, e ciò allo scopo di eliminare ogni dubbio nel partito, in relazione ai tentativi del CC di realizzare quel nuovo inizio che è stato proclamato. Con particolare insistenza, il c. Trockij ha posto l’accento sul timore che siano considerate come espressioni di gruppuscoli frazionistici, anche le dichiarazioni collettive di funzionari disciplinati, indirizzate al Comitato Centrale, come è avvenuto nel Plenum di ottobre del CC e della CCC, in riferimento alla dichiarazione dei 46 la quale, secondo il c. Trockij, è stata impostata su una base perfettamente corretta e ha rappresentato la voce sana di funzionari responsabili che hanno messo in guardia il CC sulla necessità di modificare tempestivamente il corso del partito, cosa che non è avvenuta. Accanto a ciò il c. Trockij ha espresso il timore che il conservatorismo dell’apparato e l’abitudine ai metodi burocratici di direzione del partito, possano costituire il più serio ostacolo nel cammino della realizzazione del nuovo corso e, per ciò stesso, provocare disordini organizzati e condurre alla formazione di gruppuscoli frazionistici. Proprio ai fini di una tempestiva pressione sul personale dell’apparato del partito, il c. Trockij ha insistito per le formulazioni più risolute, categoriche e distinte di diverse parti di questo documento.
Da parte loro i cc. Kamenev e Stalin, trovandosi in disaccordo, hanno espresso la loro ferma convinzione sul fatto che i timori del c. Trockij siano infondati, poiché il Politburo, e con esso il Comitato Centrale che si appoggia al partito, sono decisi a lavorare con molta energia, allo scopo di portare avanti le misure intraprese e assicurare realmente i principi della democrazia di partito dal basso all’alto.
Guidati dal desiderio, sopra caratterizzato, di portar fuori il partito dalle attuali difficoltà e di condurlo alla piena concordanza e capacità combattiva, tutti e tre i membri della sottocommissione hanno deciso di votare a favore del documento, nella sua forma attuale, per facilitare in tutti modi il partito nella soluzione del compito estremamente responsabile che gli sta ora davanti ”.
In questo stesso giorno, il 5 dicembre, la commissione consegnò la risoluzione “Sulla costruzione del partito” all’esame della riunione congiunta del Politburo del CC e del Presidium della CCC del PCR(b).
2. Trockij si riferisce alla “condanna per frazionismo” dei comunisti che avevano sottoscritto la “Dichiarazione dei 46”.
1* Nell’originale, per mano di I.V. Stalin, si trova l’annotazione : “ Spedire urgentemente. Stalin”. Il documento fu mandato ai membri del Politburo del CC del PCR(b). Red.
2* Sottolineato da I.V. Stalin. Red.
3* Sottolineato da I.V. Stalin. Red.
4* Sottolineato dall’autore. Red.
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Ultima modifica 11-03-2009